Cowspiracy

Cowspiracy 11 Giugno 2016

COWSPIRACY The sustainability secret
Da decenni ormai si discute di quanto le attività umane modifichino i delicati equilibri dell’atmosfera e del clima e particolare attenzione è stata data agli effetti dell’attività antropogenica sui gas serra la cui concentrazione in atmosfera determina il fenomeno chiamato “effetto serra”, un complesso meccanismo di regolazione termica del pianeta, senza il quale non sarebbe possibile la vita sulla terra.I gas serra, infatti, sono trasparenti alla radiazione solare in entrata sulla terra ma riescono a trattenere le radiazioni infrarosse emesse dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle nuvole consentendo, quindi, al pianeta di trattenere nella propria atmosfera parte dell’energia prodotta dal sole, mitigando le temperature ed evitando eccessive escursioni termiche.
I principali gas serra sono il vapore acqueo (H2O), l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), il protossido di azoto (NO2)e l’esafloururo  di zolfo (SF6) e sono sia naturali che di origine antropica. Oltre a questi esistono anche gas esclusivamente prodotti dall’attività umana come  i clorofluorocarburi e i gas alogenati, questi ultimi in concentrazioni bassissime ma con un tempo di vita in atmosfera molto lungo.
L’anidride carbonica (CO2) non ha un elevato potenziale serra ma è in elevate concentrazioni ed è considerato uno dei maggiori responsabili dell’effetto serra. La sua concentrazione dal 1850, cioè dalla rivoluzione industriale, è aumentata del 35%. Nel corso dei secoli il suo aumento, sempre correlato all’aumento della temperatura globale, è sempre stato bilanciato tramite la fotosintesi e l’assorbimento operato dagli oceani, essi infatti possono rilasciare o assorbire CO2 in quanto essa è solubile in acqua.
Anche gli altri gas serra hanno visto aumentare le loro concentrazioni: il contenuto di metano (CH4) nell’atmosfera si è più che raddoppiato mentre la concentrazione del protossido di azoto (NO2) è cresciuta del 15%.
A parte le fonti naturali di CO2, rilevante è l’emissione legata all’attività umana dovuta all’uso di energia fossile, ossia petrolio, carbone e gas naturale ma soprattutto agli allevamenti intensivi di bestiame e i loro sottoprodotti i quali provocano l’emissione di 32 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, o per meglio dire il 51% di tutte le emissioni mondiali di gas serra.
Oltre al danno provocato dalla emissione nell’atmosfera di elevate quantità di CO2, gli allevamenti intensivi determinano anche una riduzione del suo assorbimento mediante fotosintesi, provocando una massiccia deforestazione e cambiamenti d’uso delle superficie agricole per ampi territori  a livello mondiale, occupando, infatti, 1/3 di tutte le terre ice-free (fonte FAO), cioè il 45% del totale delle terre emerse.
L’anidride carbonica (CO2) si va così accumulando nell’atmosfera in quanto i processi di assorbimento da parte dello strato rimescolato dell’oceano non riescono a compensare del tutto il flusso entrante di carbonio, aumentando progressivamente l’effetto serra.
Minore è la concentrazione di metano (CH4) nell’atmosfera ma la sua capacità di trattenere il calore cioè il Global Warming Potential (GWP) è 86 volte superiore alla CO2 in un tempo di 20 anni e ancora è 25-100  volte più dannoso della CO2.
Il metano è il prodotto della degradazione di materiale organico in ambiente anaerobico; negli Stati Uniti l’emissione di metano dagli allevamenti è equivalente alla quantità di gas naturale prodotto.
L’allevamento bovino produce 150 bilioni di galloni al giorno (un gallone è quasi 4 litri) di metano, cioè 250-500 litri per vacca al giorno per 1,5 bilioni di vacche globali.
Gli allevamenti intensivi sono anche responsabili per il 65% di tutte l’emissioni antropiche di protossido di azoto (NO2), gas serra con un GWP 296 volte superiore alla CO2 e con la capacità di permanere nell’atmosfera per 150 anni.
Con i dati di crescita relativa al mercato delle carni, non solo bovino, e dei loro sottoprodotti le previsioni di emissione di gas serra provenienti dagli allevamenti , non sono rassicuranti, prevedendo un incremento dell’80% nel 2050.
Oltre agli inevitabili effetti nocivi sulla qualità dell’atmosfera,  il conseguente surriscaldamento terrestre induce ogni anno un progressivo scioglimento dei ghiacci artici e antartici con perdita di risorse idriche globali.
Il cambiamento climatico al quale stiamo assistendo non è chiaramente solo di origine antropica, esso è anche naturale e ciclico ma se l’attività umana è tesa a scelte produttive che implicano grande emissioni di gas serra e grandi consumi di acqua, necessariamente, tra qualche decina di anni, ci troveremo ad affrontare la più grave emergenza idrica della storia umana.
L’allevamento intensivo di animali ad esempio è responsabile di 1/5 del consumo mondiale di acqua raggiungendo quantità ragguardevoli in alcune nazioni: negli stati uniti 80-90% del consumo annuale di acqua è destinato all’allevamento (comprensivo dei campi coltivati per l’alimentazione animale), mentre solo il 5% è destinato all’uso domestico.  
In modo più dettagliato: 1000 galloni di acqua sono necessari per produrre un gallone ( circa quattro litri) di latte; 2500 galloni di acqua sono necessari per produrre una libbra (circa ½ Kg) di carne; 477 galloni sono necessari per produrre 1 libbra di uova e infine 900 galloni di acqua permettono di produrre una libbra di formaggio.
In sostanza l’allevamento animale e i suoi sottoprodotti determinano un consumo mondiale di acqua potabile da 34 a 76 trilioni di galloni all’anno.
Il quadro meteo climatico attuale vede il Nord Italia in una fase di siccità critica, che perdura ormai da mesi e che comporta un costante prosciugamento delle riserve idriche.
Le riserve idriche in Lombardia sono costituite principalmente da cinque laghi (lago maggiore, lago di Como, lago di Garda, lago d’Idro e lago d’Iseo) e dalle dighe (invasi artificiali a monte dei suddetti laghi) e durante la stagione primaverile e estiva, anche dall’acqua di scioglimento del manto nevoso montano.
Tutti i laghi lombardi si trovano in forte deficit idrico, registrando una disponibilità d’acqua inferiore del 50% rispetto alla media annua di riferimento, tanto che a partire dalla seconda metà di gennaio è stato istituito in Regione un tavolo, a cadenza mensile, fra le parti interessate per condividere le criticità  e preparare eventuali contromisure in vista dell’estate. La scarsità di pioggia e soprattutto la mancanza di nevicate in montagna ha impedito l’accumulo di acqua nei bacini artificiali e naturali lo scarso afflusso di acqua dai fiumi immissari. Per l’arco alpino si è registrato un calo delle portate del 24% La siccità che ha caratterizzato l’inverno scorso è stata inoltre acuita dall’aumento di prelievi di acqua a monte per il riempimento degli invasi artificiali a fini idroelettrici: a scopo preventivo gli enti  gestori  degli impianti idroelettrici hanno aumentato le riserve d’acqua in caso che tale condizione climatica perduri.  
Naturalmente se questo dovesse avvenire, con l’aumento dei consumi elettrici, soprattutto in estate, per soddisfare la domanda sarebbero utilizzate le centrali termoelettriche alimentate a metano, fonte energetica costosa che innalzerebbe i costi per i cittadini della corrente elettrica. Pertanto le attività produttive della Regione Lombardia ad elevato consumo di acqua dovranno   essere ridimensionate  nei prossimi anni e gli investimenti e i finanziamenti al settore dell’allevamento richiederanno un’attenta valutazione con una visione lungimirante.
Per comprendere come le abitudini alimentari, le conseguenti scelte politiche ed economiche possano influire sul cambiamento climatico e quanto potere il singolo cittadino abbia per ristabilire una condizione di sostenibilità per la propria la sopravvivenza come per le future generazioni, è possibile partecipare alla proiezione del documentario Cowspiracy, the sustuainability secret, presso la Sala Montanari, via dei Bersaglieri 1, Varese, il giorno 11 giugno alle ore 14.00 e al successivo dibattito alla presenza di portavoce nazionali e regionali del M5S di rilievo come il Sen. Martelli, la cons. reg. Macchi e il cons.reg. Maccabiani che da sempre si occupano di ambiente.
Il documentario Cowspiracy è stato  ideato e prodotto da due registi indipendenti Kip Andersen e Keegan Kuhn che dal 2014, anno della sua produzione, ha dato una visione rivoluzionaria delle cause dell’effetto serra e del reale impatto  degli allevamenti intensivi sull’ambiente. E’ stato  proiettato al Parlamento Europeo il 2 dicembre 2015 e pochi giorni dopo in Italia (16 dicembre) presso la  Camera dei Deputati. Si tratta di un’occasione unica per approfondire un argomento, esprimere la propria opinione e trovare un punto d’incontro che trascenda dalle singole forze politiche, per il bene dell’umanità.

Sottoscrivi questo feed RSS